Illegittimo il licenziamento per insubordinazione del lavoratore

Un operatore ecologico si presenta al lavoro, marca la propria presenza e, ritenendo che il datore di lavoro non garantisce le condizioni igienico – sanitarie per tutelare la salute dei lavoratori, rimane inoperoso per tutto il suo turno di lavoro.

L’azienda, ritenendo grave il comportamento del dipendente, apre un procedimento disciplinare a suo carico, al termine del quale intima il licenziamento per insubordinazione.

Ma il lavoratore non ci sta ed impugna il licenziamento dinanzi al Giudice del Lavoro.

In primo grado il dipendente vede respingersi il proprio ricorso, mentre in secondo grado la Corte d’Appello ribalta completamente la pregressa decisione, dichiarando illegittimo il licenziamento e condannando la società datrice di lavoro a reintegrare il dipendente nel posto di lavoro ed a risarcirgli il danno subìto.

La Corte d’Appello, nel giustificare la propria decisione, rileva che:

  • effettivamente l’azienda non ha adottato alcuna garanzia per la sicurezza igienico – sanitaria dei suoi lavoratori;
  • l’azienda era pienamente consapevole delle anzidette carenze, tanto da promettere interventi risolutori …

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Illegittimo il licenziamento per scarso rendimento del lavoratore

Un lavoratore viene accusato di scarso rendimento.

In particolare al dipendente viene contestato di aver svolto un numero di ore lavorative inferiore del 20% rispetto a quelle dovute.

Il tutto in un arco di tempo di 5 mesi.

Il lavoratore viene quindi licenziato.

A questo punto il dipendente impugna il licenziamento e, dopo il primo grado di giudizio, la questione finisce dinanzi alla Corte d’Appello, la quale dichiara illegittimo il recesso e condanna l’azienda a reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro ed a risarcirgli il danno subìto.

L’azienda è quindi costretta a presentare ricorso per cassazione, al fine di ribaltare la sentenza di secondo grado.

Secondo la Corte di Cassazione, bene ha fatto la Corte d’Appello a considerare …

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Licenziamento e indennità sostitutiva della reintegrazione

Il seguente video tratta del diritto del lavoratore di ottenere, in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro disposta dal giudice, il pagamento di un’indennità sostitutiva.

In particolare vengono analizzate le conseguenze a carico del datore di lavoro nel caso in cui egli ritardi il pagamento di tale indennità.

La questione è stata recentemente affrontata dalla Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, nella sentenza n.15519 del 17 settembre 2012.

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Licenziamento del lavoratore part time che rifiuta di modificare l’orario di lavoro

La vicenda.

Il datore di lavoro propone ad un lavoratore assunto con contratto part time una modifica dell’orario di lavoro.

Il lavoratore si rifiuta di aderire alla proposta.

Per tale ragione il datore decide di licenziare il dipendente.

Il lavoratore contesta la decisione in giudizio ed il Tribunale di Verbania gli dà ragione, annullando il licenziamento per mancanza di giusta causa o giustificato motivo, ordinando all’azienda di reintegrare il dipendente nel proprio posto di lavoro e condannandola al pagamento delle retribuzioni non corrisposte dal giorno del licenziamento a quello della effettiva reintegra.

L’azienda tenta di dimostrare che il licenziamento è stato effettuato per ragioni inerenti l’attività produttiva e non invece a causa del rifiuto opposto dal lavoratore alla proposta di modifica dell’orario di lavoro, ma la Corte d’Appello di Torino …

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