Il licenziamento economico (o per giustificato motivo oggettivo)

  • Quali sono i presupposti del licenziamento economico?
  • Da cosa è determinato il licenziamento economico?
  • A quali eventi è dovuto il licenziamento economico?
  • Cosa si intende per giustificato motivo oggettivo?
  • Che rapporto c’è tra il licenziamento economico e gli inadempimenti del lavoratore?
  • Che rapporto c’è tra il licenziamento economico e la condotta del lavoratore?
  • Quanti lavoratori può interessare il licenziamento economico?
  • Che rapporto c’è tra licenziamento economico e licenziamento collettivo?

Tutto questo, ed anche altro, viene esaminato nella guida:

Il Licenziamento Economico (o per Giustificato Motivo Oggettivo)

la quale ha lo scopo di …

Puoi continuare a leggere cliccando qui!


Il lavoratore assolto dall’accusa di furto può comunque essere licenziato

Un lavoratore con le mansioni di supervisore viene trovato in possesso di alcuni beni prodotti dall’azienda.

Il datore di lavoro denuncia il dipendente per furto e si apre così un procedimento penale a carico dello stesso.

Contestualmente l’azienda apre anche un procedimento disciplinare, finalizzato ad applicare sanzioni adeguate nei confronti del lavoratore.

Il procedimento penale, tuttavia, si conclude con l’assoluzione del dipendente, in quanto viene accertato l’esiguo valore dei beni sottratti.

Nonostante la pronuncia di assoluzione in sede penale, però, il datore decide comunque di concludere il procedimento disciplinare con l’applicazione della sanzione più grave, vale a dire il licenziamento.

A questo punto il lavoratore impugna il recesso e, dopo vari gradi di giudizio, la questione finisce in Cassazione.

Secondo la Corte vi è autonomia tra il procedimento penale ed il procedimento disciplinare.

Se è vero infatti che, in caso di condanna in sede penale …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando qui!


Legittimo il licenziamento del lavoratore che trasferisce la rubrica aziendale sul proprio pc e se ne serve per criticare l’impresa

Un lavoratore svolge la propria attività alle dipendenze di una nota casa editrice.

Oltre a tale incarico, il dipendente è altresì dirigente di un sindacato operante in ambito aziendale.

Con il passare del tempo il sindacato e l’azienda entrano sempre più in contrasto tra loro, fino a che i loro rapporti diventano tesi.

Ed è proprio in questo clima che il lavoratore trasferisce sul proprio pc la rubrica contenente gli indirizzi e mail di tutti i dipendenti ed i collaboratori dell’azienda e se ne serve per inviare agli stessi alcune critiche nei confronti dell’impresa, accompagnate da relativi volantini.

Quando l’azienda viene a sapere del comportamento del dipendente, apre a carico dello stesso un …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando qui!


E’ illegittimo il licenziamento intimato per un’indebita richiesta di rimborso spese

Un lavoratore chiede al proprio datore di lavoro un rimborso spese relativamente ad una trasferta in realtà effettuata da un suo collega.

L’azienda, non rilevando anomalìe, provvede a rimborsare il costo della trasferta al dipendente.

Successivamente, però, il datore di lavoro si accorge che la richiesta è indebita, appunto perché il costo è stato sostenuto da un altro lavoratore.

Apre dunque un procedimento disciplinare a carico del dipendente, al termine del quale intima il licenziamento.

Il lavoratore non ci sta ed impugna il recesso.

Tuttavia, sia in primo che in secondo grado, il Giudice del Lavoro dà ragione all’azienda, confermando la legittimità del licenziamento.

La decisione del giudice di secondo grado viene però impugnata dal dipendente e, questa volta, la Corte di Cassazione ribalta le due sentenze precedenti.

Ad avviso della Corte, infatti, sia la sentenza di primo che quella di secondo grado sono …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando qui!


Cosa si intende per giusta causa di licenziamento

Il licenziamento per giusta causa può essere intimato sia al lavoratore a termine che al lavoratore a tempo indeterminato.

In entrambi i casi il rapporto di lavoro cesserà immediatamente e quindi il lavoratore non avrà diritto al preavviso.

Ma quand’è che si è in presenza della giusta causa?

Tutte le volte in cui il lavoratore tiene una condotta di gravità tale da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro.

Tale tipo di condotta può verificarsi sia durante il normale orario di lavoro (si pensi ad esempio al lavoratore che deliberatamente danneggi i beni aziendali) che al di fuori di esso.

Dunque anche condotte inerenti alla vita privata del lavoratore possono portare al licenziamento dello stesso, qualora le stesse siano di gravità tale (es. stupro) da far venir meno la fiducia del datore di lavoro nei confronti del dipendente.

In definitiva il comportamento del lavoratore deve essere tale …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando qui!


Il licenziamento per attività fisica svolta durante lo stato di malattia

La vicenda.

Un lavoratore, durante lo stato di malattia, si occupa della coltivazione di un fondo.

Al termine della malattia, il dipendente rientra tempestivamente al lavoro.

Dopo qualche tempo però, il lavoratore contrae un’intossicazione farmacologica e rientra in malattia.

A questo punto l’azienda apre un procedimento disciplinare a carico del dipendente, contestandogli di essere venuto meno ai doveri di correttezza e buona fede, per aver svolto, con buona assiduità, attività di rilevante impegno fisico nel periodo di precedente assenza dal lavoro per malattia.

Per tale motivo decide di licenziarlo.

Il lavoratore impugna il provvedimento dinanzi al Giudice del Lavoro.

In primo grado il Tribunale di Arezzo …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando qui!


Licenziamento per il lavoratore che irresponsabilmente contrae malattia durante le ferie

La vicenda.

Un lavoratore si ammala sistematicamente durante il periodo feriale.

L’episodio si ripete per ben quattro volte ed in periodi feriali distinti.

L’azienda scopre inoltre che lo stato morboso è imputabile alla condotta del lavoratore stesso, il quale volontariamente e consapevolmente si espone al rischio di contrarre la malattia.

Decide dunque di licenziare il dipendente.

Il lavoratore contesta il provvedimento e porta la questione in tribunale.

La Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con sentenza 25 gennaio 2011, n.1699, dà ragione …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando su questo link!


Va licenziato il cassiere che non emette scontrino e che sottrae denaro dalla cassa

La vicenda.

Un dipendente con la qualifica di cassiere, in occasione della vendita di sigarette, non provvede ad emettere scontrino fiscale.

L’omissione si accompagna ad ammanchi, di entità minima, nella cassa aziendale.

A questo punto l’azienda intima il licenziamento al lavoratore.

Il dipendente, allora, decide di impugnare il recesso e di portare la questione in tribunale.

Nel corso del giudizio, la Corte d’Appello di Roma stabilisce che l’omesso rilascio di scontrini fiscali ai clienti in seguito all’acquisto di sigarette non costituisce di per sé mancanza tale da giustificare il recesso in tronco, sia perché la legge n.696 del 1990 esclude un simile obbligo per tutte le “gestioni di tabacchi e altri beni commerciati esclusivamente dai monopoli di Stato“, sia perché tale condotta può dipendere da semplice colpa e non da dolo del lavoratore.

La Corte fa notare come …

Puoi continuare a leggere l’articolo cliccando su questo link!